Piattaforma Politica 2021

NAPOLI PRIDE 2021

Napoli, 3 luglio 2021

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Sabato 3 luglio avrà luogo il Napoli Pride 2021, ad esattamente 25 anni dal primo Pride nazionale di Napoli, dalla prima manifestazione dell’orgoglio LGBT+ nel sud Italia: “Jesce Sole”, il 29 giugno del 1996. Dopo 25 anni – nel pieno rispetto di quelle che saranno le vigenti normative sanitarie e di sicurezza, incluso l’obbligo di mascherina – le associazioni Antinoo Arcigay Napoli, ALFI Le Maree Napoli e Associazione Trans Napoli con la co-organizzazione del Comune di Napoli, il patrocinio morale della Regione Campania, della Città Metropolitana di Napoli e del Consolato USA a Napoli e con il supporto di Famiglie Arcobaleno, AGEDO, Pride Vesuvio Raibow e Pochos Napoli, saranno in piazza per il Napoli Pride.

Jesce, Jesce sole, ancora una volta a riportare il sereno e la gioia!

Il Napoli Pride 2021 che ritorna, dopo il flash mob dello scorso anno e dopo 12 mesi di fervente attività territoriale, politica ed istituzionale. Ritorna per chiedere a gran voce la calendarizzazione immediata e l’approvazione del disegno di legge contro l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo – noto come ddl Zan – in Senato, senza alcuna modifica, così come approvato in Parlamento, senza alcun ulteriore compromesso sulla nostra dignità, sulla nostra vita.

Rimandando alle e ai mittenti tutte le polemiche sterili e pretestuose che, a partire dalla cosiddetta libertà di espressione, passando per le definizioni e per la presunta inutilità di questa legge, sono arrivate pochi giorni fa a dimenticare che l’Italia è uno stato democratico e laico.

Rigettando le argomentazioni di chi forse non ha letto la cronaca degli ultimi mesi, per scoprire quante e quant* di noi sono stati uccisi, aggrediti, offesi, scherniti perché sono donne, disabili, persone LGBT* o perché qualcuno ha ritenuto lo fossero. Ricordando quanto la pandemia abbia acuito tali discriminazioni e aggressioni, provocando un’alterazione profonda del quotidiano e moltiplicando le occasioni di pericolo per le donne e le persone LGBT* vittime di violenza domestica.

Questo Pride nasce anche con l’intento di celebrare l’orgoglio di tutte le identità discriminate, dimenticate e contrastare ogni discriminazione fondata sul genere, sul sesso, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere, sull’appartenenza etnica, sulla religione, sull’età e sulle disabilità, sullo status socio-economico: è una necessità etica prima ancora che politica.

Le persone LGBT* infatti non sono solo una categoria discriminata, ma sono parte integrante e trasversale dello stesso tessuto sociale attaccato e deprivato che oggi lotta per la sua dignità e che ha risentito della pandemia, socialmente e psicologicamente.

Occorre coltivare la solidarietà reciproca della rete tra le varie anime della popolazione per rafforzare la consapevolezza del diritto ad un’esistenza felice, libera e dignitosa di tutte e tutt*, il Pride non può essere circoscritto in un ambito limitato, bensì contestualizzato nel quadro più ampio di temi e problemi le cui refluenze toccano i singoli territori, e soprattutto deve tenere debito conto dell’obiettivo da raggiungere: la felicità e la sicurezza delle persone, il loro stare e sentirsi bene, il riconoscimento della loro dignità.

Per quanto detto, chiediamo il rispetto e la tutela:

  • dell’autodeterminazione della persona umana e dei popoli;
  • dei diritti sanciti dalla Carta Costituzionale, dei Principi fondamentali dell’Unione Europea e dei Trattati internazionali sui diritti umani;
  • della laicità dello Stato.

Riteniamo fondamentale non coltivare l’odio ma il rispetto reciproco, perché il nostro Paese possa essere uno spazio sicuro ed inclusivo. A tal fine, chiediamo:

  • il riconoscimento della cittadinanza ai minori nati in Italia ed ai cittadini stranieri regolarmente presenti sul territorio;
  • una migliore applicazione della Direttiva 2005/85/CE del Consiglio, del 1° dicembre 2005 riguardante lo status di rifugiato anche per le persone gay, lesbiche, bisessuali e trans* perseguitati nei paesi d’origine, affinché tale status possa essere riconosciuto senza ledere la loro dignità.

È fondamentale continuare il percorso verso la tutela dei diritti delle famiglie omogenitoriali, che  necessariamente passa attraverso il riconoscimento della filiazione alla nascita, l’introduzione dell’adozione per tutte e tutt* e del matrimonio egualitario.

Altrettanto importante è riconoscere la dignità e l’esistenza di rapporti non monogami e di molteplici forme di affettività, troppo spesso rinnegate dalla nostra società.

Dal marzo 2020 la salute di tutte e di tutt* è stata messa da parte per l’emergenza sanitaria: controlli, visite e interventi sono stati spesso rimandati a data da destinarsi, questo ha comportato molti problemi in Italia e non solo. Senza dimenticare l’emergenza epidemiologica e il cammino che c’è ancora da fare per uscire dalla condizione di rischio sanitario, chiediamo a gran voce che la nostra vita quotidiana torni centrale ed in particolare:

  • che venga garantito il diritto alla salute delle persone LGBT*, creando un tavolo contro le discriminazioni con i Direttori Sanitari di tutte le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere ed i Direttori di Dipartimento di facoltà sanitarie, che discuta e formi il proprio personale ad una “diversa” accoglienza, anagrafica e raccolta anamnesi che preveda l’esistenza delle persone LGBT*, con le proprie specifiche esigenze e bisogni sanitari, ponendo fine alle discriminazioni e negazione in ambito sanitario;
  • la riattivazione di campagne regionali d’informazione sulla prevenzione delle MTS e sull’uso degli strumenti di prevenzione (come preservativo e dental dam), garantendo i diritti delle persone sieropositive che hanno visto in quest’ultimo anno spesso aggravarsi la propria condizione di salute per l’emergenza sanitaria;
  • la garanzia della presenza di personale non obiettore nelle strutture mediche pubbliche, perché non sia messo a rischio il diritto delle donne di ricorrere all’ivg (interruzione volontaria di gravidanza);
  • rendere finalmente effettiva la completa eliminazione di ogni voce di patologia dai codici sanitari per omosessualità, bisessualità e transessualità da parte del Sistema Sanitario Nazionale;
  • il fermo contrasto a qualunque forma di terapia riparativa che miri a reprimere, contrastare e cancellare gli orientamenti non eterosessuali, mediante azioni degli ordini professionali e con una legge specifica che punisca tali condotte.

La Scuole e l’Università sono il centro della formazione delle coscienze, del pensiero critico, nonché il luogo dove i giovani trascorrono più tempo insieme alla famiglia d’origine. Perché siano spazi di crescita, di inclusione, di rispetto e di serenità è importante:

  • che vengano pianificate azioni positive contro il pregiudizio omolesbobitransfobico e contro la misoginia, attraverso interventi e campagne di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado per il contrasto al bullismo, azioni di formazione per studenti, docenti, personale e genitori per una scuola più laica, inclusiva ed interculturale;
  • l’apertura di sportelli di sostegno, assistenza e di ascolto con operatrici e operator* competenti;
  • che vengano avviati percorsi di formazione della pubblica amministrazione e delle forze dell’ordine e che siano rafforzati inoltre i rapporti di collaborazione e ricerca scientifica con tutti gli atenei della regione Campania;
  • che vengano avviate azioni di contrasto alle discriminazioni, nei confronti delle persone LGBT*, in ambito sportivo, attraverso la collaborazione con enti di formazione, università, associazioni ed enti sportivi e con le istituzioni locali volti ad attuare progettazioni ed eventi che consentano una serena partecipazione alle attività sportive, amatoriali ed agonistiche, da parte delle persone lesbiche, gay, bisessuali e trans*;
  • l’attuazione di campagne nazionali e locali di ricerca, formazione e sensibilizzazione per contrastare qualsiasi forma di discriminazioni legate all’orientamento sessuale e/o all’identità di genere in ambito sportivo.

Chiediamo inoltre a tutte le amministrazioni e gli enti nazionali e locali, nonché ai soggetti operanti nel terzo settore un ruolo propositivo per:

  • la piena attuazione della Direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, attraverso il potenziamento e l’applicazione di ogni forma di tutela possibile per quanto attiene l’accesso di lesbiche, gay e trans* al mercato del lavoro, la sicurezza sui luoghi di lavoro, la tutela dell’occupazione e delle garanzie contrattuali frutto di battaglie e conquiste sociali;
  • che vengano sviluppati, con tutte le parti parti sociali e le istituzioni territoriali, percorsi volti a costruire modelli di network management sul territorio, finalizzati al superamento delle discriminazioni ma anche per agevolare le condizioni lavorative delle persone LGBT*, più esposte all’esclusione sociale, attraverso pratiche di “diversity management” ed “equality standard” e attraverso la valorizzazione di alcuni settori produttivi come il turismo LGBT*;
  • la rimozione degli ostacoli di natura sociale e normativa che limitano l’effettiva uguaglianza delle persone LGBT* attraverso il recepimento pieno e sostanziale della Risoluzione del Parlamento europeo del gennaio 2006 e delle Direttive Europee 207 del 1976 e 78 del 2000;
  • la tutela dei diritti delle famiglie omogenitoriali e transgenitoriali, anche attraverso il riconoscimento della filiazione alla nascita, l’introduzione dell’adozione per tutti e del matrimonio egualitario;
  • l’accesso all’adozione per coppie omosessuali e single;
  • l’accesso alle tecniche di pma per coppie omosessuali e donne single;
  • il pieno recepimento della direttiva europea 38 del 2000 sulla libertà di movimento dei cittadini europei in modo rispettoso dei diritti delle coppie LGBT* sposate, unite civilmente, registrate o di fatto;
  • il rispetto dei diritti umani nel mondo, per l’abolizione della pena di morte, per la depenalizzazione del reato di omosessualità e transessualità presente nella legislazione di decine di Paesi.